giovedì 4 dicembre 2014

Wonder (R.J. Palacio) - Recensione

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So di non essere un normale ragazzino di dieci anni. Sì, insomma, faccio cose normali,
naturalmente. Mangio il gelato. Vado in bicicletta. Gioco a palla. Ho l’Xbox. E cose come
queste fanno di me una persona normale. Suppongo. E io mi sento normale. Voglio dire
dentro.
Ma so anche che i ragazzini normali non fanno scappare via gli altri ragazzini normali fra
urla e strepiti ai giardini. E so che la gente non li fissa a bocca aperta ovunque vadano.

Recensione senza spoiler:

Titolo: Wonder
Autore: R.J. Palacio 
Anno di pubblicazione: 2012
Genere: Romanzo
Pagine: 285
Voto:
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«Sono stati carini con te?» «Sì!» «Ti hanno trattato male?» Auggie ha posato la Playstation e mi ha guardata come se gli avessi appena fatto la domanda più stupida della terra. «Perché mai dovrebbero trattarmi male?» ha detto. Era la prima volta nella sua vita in cui lo sentivo tanto sarcastico. Non la credevo una cosa da lui.

Commento:
Augustus, detto Auggie, è nato con la sindrome di Treacher Collins, una malattia che causa deformazione facciale e vari problemi alle vie respiratorie, al palato e alle orecchie.
Dopo anni di operazioni e permanenze in ospedale, è tempo per lui di affrontare per la prima volta la scuola, uscendo dal comfort familiare e mettendosi alla prova con i suoi coetanei.

Ogni capitolo ha un diverso narratore così seguiamo Auggie in questa sua difficile prova ma scopriamo anche pensieri e preoccupazioni dei genitori, della sorella, degli amici. 
La storia è difficile da trattare, ma R. J. Palacio riesce a coinvolgere e divertire senza risultare stucchevole; ben fatta la caratterizzazione dei personaggi che non sono mai banali.
Il libro si può leggere a qualsiasi età ma è adatto in particolar modo ai 10enni coetanei di Auggie perché tratta in modo semplice ma profondo il desiderio e la difficoltà del sentirsi accettatti a quell'età e fa riflettere sul nostro comportamento e su come possiamo, anche se involontariamente, ferire gli altri con una sola occhiata.

"Le nostre azioni sono la cosa più importante di tutte. Sono più importanti di quello che
diciamo o del nostro aspetto esteriore. Ciò che facciamo sopravvive alla nostra natura mortale. Le nostre azioni sono come i monumenti che la gente ha costruito per onorare gli eroi dopo la loro morte. Sono come le piramidi che gli egiziani hanno costruito per onorare la memoria dei faraoni. Solo che, invece che essere fatte di pietra, sono costituite dal ricordo che la gente conserva di noi. Edificate con la memoria, invece che coi sassi."

Curiosità:
R.J.Palacio era al parco con i figli quando ha incontrato una bambina con un problema simile a quello di Augustus. Tutti sono rimasti molto colpiti, uno dei suoi bambini non ha trattenuto un urlo e l'autrice ha preferito andarsene subito per evitare disagi.
Una volta a casa, però, si è sentita in colpa per come ha affrontato la situazione così ha deciso di scrivere questo libro come "risarcimento".

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