giovedì 21 maggio 2015

Molto forte, incredibilmente vicino (Jonathan Safran Foer) - Recensione

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"C'erano cose che volevo dirgli. Ma sapevo che gli avrebbero fatto male. Così le seppellii e lasciai che facessero male a me."
Recensione senza spoiler:

Titolo: Molto forte, incredibilmente vicino (Extremely Loud and Incredibly Close)
Autore: Jonathan Safran Foer
Anno di pubblicazione: 2005
Genere: romanzo drammatico
Pagine: 368

Voto: https://36.media.tumblr.com/3173babed2c0b14d9ca58d37ecca7ff2/tumblr_n96vmrO0UJ1t6dnh5o10_250.jpg
Commento:
Oskar Schell è un bambino di 9 anni, intelligentissimo ma con molte fobie. Suo padre gli organizza delle "spedizioni", delle cacce al tesoro per tutta New York in cui il bambino deve mettere alla prova la sua intelligenza e affrontare le sue paure.
Quando il padre muore nell'attentato dell'11 settembre, Oskar non riesce a darsi pace e appena trova una chiave sconosciuta nello sgabuzzino si convince che si tratti di un'altra "spedizione". Decide quindi di dedicare tutte le sue energie alla ricerca di ciò che apre la chiave...

Il libro è scritto alternando il presente a dei flashback, inoltre la storia ha tre narratori di epoche diverse, quindi talvolta risulta difficile seguire cronologicamente la storia, ma vale sicuramente la pena continuare la lettura perchè non si può evitare di appassionarsi sempre più.
Bravissimo lo scrittore che riesce a incuriosire il lettore e a lasciarlo sulle spine fino alla fine, ma soprattutto è in grado di raccontare argomenti così delicati in modo sublime.
Si parla di dolori diversi, perchè la perdita di qualcuno si affronta in modo personale, però alla fin fine è lo stesso dolore, quel dolore che ti spiazza, ti lascia senza respiro e anche con il passare del tempo, non ti abbandona mai. E allora bisogna essere forte, "molto forte" e non bisogna mai arrendersi perchè talvolta la felicità è "incredibilmente vicino".

Quella sera […] mi sono sentito incredibilmente vicino a ogni cosa nell'universo, ma anche straordinariamente solo. Per la prima volta in vita mia mi sono chiesto se la vita valeva tutta la fatica che serve per vivere. Perché, esattamente, valeva la pena di vivere? Che c'è di così orrendo nell'essere morti per sempre e non provare niente, non sognare nemmeno? Che c'è di così fantastico nel provare sensazioni e fare sogni?

Assieme alla lettura del libro, consiglio anche la visione del film omonimo del 2011 con Tom Hanks, Sandra Bullock e il bravissimo Thomas Horn: nonostante la trama sia stata indubbiamente abbreviata concentrandosi sulle vicende di Oskar, il film è altrettanto coinvolgente e commovente.

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