giovedì 4 giugno 2015

Teorema Catherine (John Green) - Recensione

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/thumb/b/b3/An_Abundance_of_Katherines-cover.jpg/220px-An_Abundance_of_Katherines-cover.jpg 
"Come si fa a smettere, cosı̀, di essere terrorizzati all’idea di venir messi da parte e rimanere soli per sempre e non contare nulla per nessuno?"
Recensione senza spoiler:

Titolo: Teorema Catherine (An Abundance of Katherines)
Autore: John Green
Anno di pubblicazione: 2006
Genere: romanzo adolescenziale
Pagine: 256

Voto:

Commento:
Colin Singleton è un ex bambino prodigio, che parla fluentemente 11 lingue ed è abilissimo negli anagrammi, ma è spaventato di non riuscire a sfruttare le sue abilità per diventare qualcuno, dato che il suo sogno è quello di diventare famoso per la sua intelligenza.
Per lui la genialità è sempre stata accompagnata dalla difficoltà di fare amicizia e la sua unica compagnia sono Hassan, il suo amico pigrissimo ma simpatico, e le varie ragazze di nome Catherine che incontra e che puntualmente gli spezzano il cuore.
Dopo essere stato lasciato dalla diciannovesima Catherine, Colin viene convinto da Hassan a fare un viaggio per schiarirsi le idee e i due si ritroveranno nel Tennessee a visitare la tomba dell'Arciduca Francesco Ferdinando, mentre Colin cerca di trasformare il suo dolore in una formula matematica per proteggersi da future sofferenze.
Ogni volta le Catherine lo piantavano perché a loro lui non andava bene. Ciascuna arrivava alla stessa conclusione su di lui. Non era abbastanza figo, non era bello o intelligente come avevano sperato: in breve, non contava abbastanza. E cosı̀ gli accadde tante e tante volte, fino a diventare noioso. Ma la monotonia non aveva neutralizzato la sofferenza.
Nel primo secolo dell’era volgare, le autorità di Roma castigarono santa Apollonia spezzandole i denti con le tenaglie. A Colin veniva in mente spesso, e lo collegava alla monotonia delle rotture: abbiamo trentadue denti. Dopo un po’, sentirseli spezzare uno ad uno probabilmente diventa ripetitivo, perfino noioso. Ma fa sempre male.
 Il libro segue il tipico schema di John Green: adolescente sfigato e impopolare ma con una particolare caratteristica che compie un viaggio, sia fisico che emotivo, nel quale mette in dubbio tutta la sua vita per poi trovare la sua strada.
Green usa il suo tocco per aggiungere interesse ad una storia che altrimenti rischia di essere banale e riesce come al solito a stupire.


Stranezza: 
Il titolo originale An Abundance of Katherines viene tradotto con Teorema Catherine: non provo nemmeno a pensare perché abbiano tolto il riferimento matematico all'abbondanza sostituendolo con il più semplice teorema, sia mai che poi qualche lettore si ritrova perfino a pensare.
Ma perché diavolo hanno cambiato Katherine in Catherine? L'avessero sostituito con una versione italiana, tipo Caterina, sarebbe stato comunque assurdo vista l'ambientazione americana, ma per lo meno ci sarebbe stata una certa logica. Invece hanno insensatamente storpiato il nome che fa da colonna portante a tutto il libro.
A questi punto perché non "I viaggi di Gullimer" e "Le avventure di Bobinson Crusoe"?

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