venerdì 14 agosto 2015

Non ti addormentare (S.J. Watson) - Recensione

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"Questo album mi dirà chi sono, ma non voglio aprirlo. Non ancora. Voglio restare qui seduta per un po', il passato ancora un vuoto. Nel limbo, in equilibrio fra possibilità e realtà."
Recensione senza spoiler:

Titolo: Non ti addormentare (Before I Go to Sleep)
Autore: S.J. Watson
Anno di pubblicazione: 2011
Genere: thriller
Pagine: 368

Voto:
Trama:
Christine si sveglia a letto con uno sconosciuto, in una casa che non riconosce e scopre di avere vent'anni in più di quello che si aspettava.
L'uomo che è con lei, allora, le dice di essere suo marito Ben e le racconta delle terribili conseguenze dell'incidente che ha avuto diversi anni prima: molti dei suoi ricordi sembrano svaniti per sempre e inoltre ogni volta che si addormenta perde qualsiasi memoria della giornata appena vissuta. Per lei è quindi impossibile creare nuovi ricordi e ogni giorno la donna si trova costretta a ricominciare tutto da capo.
Ma dopo che Ben va al lavoro, Christine viene contatta dal dottor Nash che le racconta dei loro incontri, di anscosto a Ben, per lavorare sulla sua memoria e le porta il diario che l'ha convinta a scrivere. Qui la donna trova il suo personale racconto dell'ultimo periodo e la descrizione di qualche sprazzo di memoria sul suo passato che ogni tanto le torna alla mente.
Quando le varie versioni cominciano a non combaciare, a chi deve credere Christine?

Commento:
L'idea mi ha colpito fin dall'inizio e la storia risulta molto coinvolgente, anzi la quantità di piccoli dettagli, importanti per intuire il finale, che si susseguono, è tale da richiedere una lettura veloce e costante per riuscire a rimanere al passo. Inoltre la presenza di situazioni che a prima vista possono risultare ripetitive o poco chiare, è invece fondamentale per farci capire il punto di vista della protagonista, costretta suo malgrado a rivivere gli stessi momenti senza sapere che non è la prima volta.
Nel racconto, però, spicca anche qualche particolare che fa storcere il naso, come la visione a tratti un po' maschilista della protagonista femminile e il fatto che, nonostante si intuisca la soluzione di gran parte dei misteri ben prima della fine, l'autore si ostini a dilungarsi esageratamente su particolari inutili, guastando un po' il finale.

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